Mi chiamo Ariele Muzzarelli e Apes è la mia attività, una piccola azienda incentrata sulla cura, l’allevamento delle api e la produzione di miele. Come sono arrivata qui, con le mie famiglie di api in giro per il Piemonte e la cantina piena di vasetti di miele? Ora te lo racconto!
Nel 2015 conobbi un anziano signore, simpatico e sorridente, che mi parlò di api con molta dolcezza. Mi raccontò del loro mondo e mi invitò ad andare con lui in apiario; “Quando ti parlo di api i tuoi occhi si illuminano”, mi disse. Così, un sabato mattina con un bel sole, aprii la mia prima arnia e vidi un brulicare di vita, sentii una pienezza di odori e un suono intenso, costante. Il ronzio delle api era così forte e potente che lo sognai per tre notti di seguito e capii che quello dell’apicoltrice, sarebbe stato il mio mestiere. Mi ero innamorata di loro.
A QUALSIASI ETÀ CI SI PUÒ INNAMORARE
Mi iscrissi al corso del C.A.P.T. di Torino e presi le mie prime 4 famiglie di api.
In quegli anni le mie giornate erano riempite dal lavoro nel mondo del teatro, dalla progettazione e manutenzione di giardini e da affidi di adulti e minori in difficoltà; ma trovavo sempre il tempo per le mie api e per quella nuova attività, che stava diventando qualcosa di più di una passione.
Nel 2018 le mie quattro famiglie erano aumentate e avevo fatto ulteriori investimenti, arrivando ad avere il giusto numero di arnie abitate per diventare un’apicoltrice professionista. Ero pronta ad aprire la partita IVA!
Fino ad allora, le api mi avevano sempre fatto una gran paura. Mia nonna ce l’aveva a morte con le vespe, era una lotta costante in campagna e, facendo sempre molta confusione, avevo fatto un gran minestrone mettendo dentro a quel gruppo di antagoniste anche le api. Imparai con il tempo a distinguerle. La mia prima ape mi punse quando ero adolescente, mentre ero in Corsica, in moto, e mi lasciò una cicatrice che ho ancora adesso; stranamente, non sentii il male che mi immaginavo di sentire. Quella cicatrice risulta un mistero: svolgendo questo mestiere vengo punta spesso e nessuna puntura mi ha mai lasciato una cicatrice; negli anni ho deciso di prenderla come un segno, un sigillo che identifica la mia unione a loro.
Paura delle api a parte, ero molto spaventata inizialmente. La scelta di iniziare questa avventura fu mossa anche dalla voglia di superare la mie paure, i falsi timori alimentati soltanto dalla scarsa conoscenza di questo mondo. È stato un viaggio per me, e lo è tutt’oggi.
Un cammino verso l’unione, passo dopo passo, per raggiungere la capacità di abbracciare il mondo. Accogliere, abbracciare, aver cura, amare.
LE API MI HANNO INSEGNATO MOLTO. PARLANO DI ME E CON ME, SUSSURRANO A CHIUNQUE VOGLIA FERMARSI AD ASCOLTARLE.
Hanno la capacità di riconoscere le persone, riescono a fare di calcolo, sentono i profumi come noi non potremmo neppure immaginare, vedono il mondo con molti occhi, penetrando a fondo nell’essenza della materia, sono sole ma sentono costantemente di non esserlo. Sono esseri meravigliosi, complessi, con un sistema di organizzazione eusociale, efficiente, capace di superare grandi sfide. Le api sono tenaci e resistono a freddi intensi, ad avversità meteorologiche e alla minaccia dell’uomo, troppo spesso padrone del mondo e incapace di vivere armonicamente con tutti gli altri esseri viventi.
Quando stiamo assieme, quando vado a visitare le famiglie, per me è un momento di gioia, di centratura, di focalizzazione sul presente. Vedo loro e non penso più a nulla. So esattamente cosa è giusto fare, come è giusto farlo. Il respiro rallenta e si fa profondo, il cuore si cheta, i pensieri spariscono. Il mio corpo rallenta i movimenti ed io sono con loro. Le api odiano i movimenti improvvisi e i forti rumori, sono esseri che hanno un ritmo tutto personale ed io mi perdo nel loro dolce ronzio. Sotto i miei occhi, la vita.